sankariE’ un episodio orrendo e raccapricciante quello che apprendiamo dalla stampa turca circa l’omicidio di Muhammed Wisam Sankari, (foto) giovane rifugiato siriano di 23 anni, fuggito dal proprio Paese poiché temeva per la propria incolumità fisica essendo omosessuale.
Il corpo del ragazzo è stato ritrovato decapitato e sventrato in un bosco, con alcuni coltelli che si sono addirittura rotti dentro di lui.
Dal racconto dell’amico, che lo ha potuto riconoscere solo dai vestiti, emerge un clima di intolleranza di cui una simile barbarie fisica è solo l’inquietante punta dell’iceberg. E’ sempre più evidente che la Turchia non è un Paese capace di rispettare i diritti umani, men che meno quelli delle persone LGBTI. L’escalation di arresti di massa ed epurazioni che abbiamo visto in queste ultime settimane non fa, inoltre, che peggiorare la situazione.
Siamo convinti che sia necessario quanto prima rivedere l’accordo UE-Turchia per la gestione dei flussi migratori dalla Siria. Come ha già denunciato a suo tempo Amnesty International, c’è il rischio concreto che migliaia di persone che fuggono anche perchè perseguitati in base alla propria identità sessuale si ritrovino in una situazione uguale o forse anche peggiore, come in questo caso, rispetto al Paese di provenienza.
In un momento di crisi come questo, riteniamo che l’Unione Europea non possa permettersi di perdere di vista i propri punti di forza più importanti, ovvero la capacità di essere punto di riferimento assoluto di una cultura dei diritti e dell’uguaglianza. In questo senso, il protocollo Ue-Turchia è una brutta pagina da superare, non solo per la UE e per i rifugiati, ma anche per l’enorme portata diseducativa che esso presenta per la stessa società turca.

Mario Marco Canale

Presidente Nazionale Anddos

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Fonte: ANDDOS